venerdì 6 gennaio 2012

PSYCHO CINEMA - MEAN CREEK (2004)



Timido e minuto, Sam è vittima dell'attacco immotivato dell'arrogante Georgie, bullo della scuola. In seguito al pestaggio, Rocky, fratello maggiore di Sam, escogiterà insieme ad altri due amici un piano per punire ed umiliare il corpulento bullo: con la scusa di un falso compleanno, il gruppo inviterà Georgie a fare una gita, nel corso della quale dovrebbe consumarsi la vendetta. Resosi conto che Georgie è in realtà un ragazzo solo e disadattato, Sam chiederà al fratello Rocky di abortire il piano, ma saranno le dinamiche del gruppo a determinare gli eventi, tra pulsioni adolescenziali e dolorosa acquisizione del senso di responsabilità.
Regista e sceneggiatore qui al suo primo lungometraggio, Jacob Aron Estes sviluppa con piglio realista e notevole sensibilità un racconto incentrato sul tema della crescita. Partendo da un concept interessante, vera e propria catarsi adolescenziale, l'opera vorrebbe dipingere sfumature capaci di sublimare in arte la funzione comunicativa (con echi dell'ultimo Van Sant), effetto non sempre ottenuto a causa di una condotta a tratti indecisa tra documentarismo e fiction. Nell'economia dell'opera l'estromissione della componente adulta è un'arma a doppio taglio, capace quando ben dosata di rafforzare la focalizzazione, ma di attenuarne la potenza espressiva in caso contrario, per un risultato finale comunque di sicuro interesse.

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Enjoy     :-)

 

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