mercoledì 28 settembre 2011

PSYCHO CINEMA - BREAKING DAWN (2005)

Una studentessa di medicina è assegnata alla cura di un grave caso di malattia mentale, trattasi, vi dò una piccola anticipazione, di PTSD con tratti eminetemente psicotici. Ella, incuriosita dal sanguinoso passato del suo paziente,  finisce presto col condividerne ossessioni e paure, iniziando a dubitare che le sue paranoie siano in realtà la chiave di un intricato mistero, perdendo completamente di vista l'importanza dei ruoli Terapeuta - Paziente.
Scritto e diretto dall’esordiente venticinquenne Mark Edwin Robinson, Breaking Dawn (2005) ha evidentemente poco a che fare con l’omonimo, ultimo capitolo della saga di Twilight, di prossima uscita sul grande schermo. Ci troviamo infatti di fronte a un cupo e inquietante thriller psicologico di marca indipendente, distribuito sul mercato americano dalla casa regina dell’horror contemporaneo, la Lionsgate.
Nei panni dei due personaggi principali ci sono la bella Kelly Overton, al debutto da protagonista dopo un’eclettica carriera ugualmente divisa fra teatro shakespeariano, Broadway, e ruoli secondari in serie televisive, e un efficacissimo James Haven, figlio d’arte del grande Jon Voight e fratello della diva Angelina Jolie.
TRAILER

DOWNLOAD:
Scusate ma le ricerche da me effetute hanno fatto si che non arrivassi a trovare il link unico per il download del film.
A questo putno vi consiglio di scaricarlo in 2 parti:

Wupload:   http://www.wupload.it/file/155430544 
Filesonic:    http://www.filesonic.it/file/1915811131

ENJOY    :-)


domenica 25 settembre 2011

PSYCHO LIBRI - AVATAR Dislocazioni mentali, personalità tecno-mediate, derive autistiche e condotte fuori controllo (2010)


Poco più di dieci anni fa, Tonino Cantelmi presentò in un Congresso di Psichiatria a Roma i primi quattro casi italiani di Internet Addiction. Era il 1998 e i giornali italiani riportarono la notizia nelle prime pagine, facendola rimbalzare in tutto il mondo.
Oggi il focus si è spostato dal paradigma della tecnodipendenza alla consapevolezza che l’impatto della tecnologia digitale sulla mente umana possa essere alla base di una «mutazione antropologica».
Questo libro è il punto iniziale di un nuovo filone di ricerca che vede come obiettivo l’esplorazione della mente umana, proprio mentre è in atto una fatidica e imprevedibile mutazione antropologica, quella dei «nativi digitali».
In questo volume, che analizza diversi aspetti della psicopatologia del cyberspazio, molta attenzione viene dedicata all’approfondimento – sociologico, psicologico e psichiatrico – degli avatar, personaggi digitali stilizzati, creati per partecipare e comunicare nelle comunità virtuali. Gli autori analizzano le implicazioni che comporta il quotidiano vestire i panni dell’avatar e il rapporto di questo alter ego con il vero io del suo creatore.

Tonino Cantelmi, psichiatra, psicoterapeuta, docente universitario, è stato il primo ricercatore italiano a occuparsi del complesso rapporto tra tecnologia digitale e mente umana. È autore di circa 200 pubblicazioni scientifiche e di oltre 20 libri, tra cui ricordiamo L’immaginario prigioniero (con M.R. Parsi, Mondadori, 2009), Tradimento on-line (con V. Carpino, Franco Angeli, 2007).

Maria Beatrice Toro, psicologa, psicoterapeuta, è autrice di diverse pubblicazioni sulla psicologia del bambino e dell’adolescente. Tra queste, Un bambino maleducato. Riflessioni cliniche sull’ADHD (con T. Cantelmi e M.R. Parsi, Salani, 2007) che affronta il tema della lesione dell’attenzione, sovente collegata alle modalità di vita tipiche della società digitale.

Massimo Talli, psicologo e psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente presso le Scuole di Specializzazione in psicoterapia ASCoC di Cosenza e SCINT di Roma, è autore di numerose pubblicazioni scientifiche inerenti il rapporto uomo/tecnologia e le sue derive psicopatologiche.

PSYCHO NEWS - INTERSTRESS, UN PROGETTO SPERIMANTALE DI CYBER THERAPY




RISOLVI LO STRESS PSICOLOGICO CON LA TECNOLOGIA!

Non sarebbe bello se abbassare il nostro livello di stress fosse semplice e divertente come giocare a un videogame? Oppure se tutta la fatica fosse in qualche modo automatizzata e a noi rimanesse solo fare attenzione ai messaggi che ci compaiono sul telefonino? E se addirittura ci fosse un sistema che ci permettesse di guadagnare in benessere e qualità della vita adattandosi direttamente ai nostri comportamenti e abitudini?
Questa è la visione di un nuovo progetto finanziato dalla Comunità Europea ICT for Health.
Interrealtà nella gestione e il trattamento dei disturbi legati allo stress o, abbreviato, INTERSTRESS. Il progetto si propone di ideare, sviluppare e testare una soluzione tecnologicamente avanzata per la verifica e il trattamento dello stress psicologico.
Il concetto di “interrealtà”, secondo gli ideatori del progetto, si può definire come un’’esperienza ibrida, a circuito chiuso di potenziamento che faccia da ponte tra il mondo  fisico e quello virtuale in un continuum ideale”. In altre parole, il nostro comportamento nella vita quotidiana influenzerà quello all’interno dei mondi virtuali proposti dall’applicazione e viceversa, in un modo unico e fortemente personalizzato. L’interrealtà può essere utilizzata anche in ambito clinico poiché il concetto stesso prevede l’uso della tecnologia per la verifica, il trattamento e/o la moderazione della regolazione emotiva dell’individuo. Tutto questo si può ottenere aumentando le abilità individuali e la percezione dell’ambiente basandosi su un paragone tra il comportamento dell’individuo e la sua risposta psicologica secondo un criterio di allenamento alla prestazione. Il progetto prevede una solida validazione clinica.
Lo scopo che si prefigge il progetto può suonare un po’ fantascientifico ma i ricercatori vogliono dimostrare che è possibile imparare che tali obiettivi sono raggiungibili, basandosi su fatti scientifici:
  • ·         Misurazione quantitativa e oggettiva dei sintomi con l’utilizzo di biosensori e degli strumenti tipici dell’analisi comportamentale;
  • ·         Sostegno decisionale per la pianificazione del trattamento grazie a un processo di data fusion e di algoritmi di allerta;
  • ·         Sistema di allerta e riscontro motivazionale per migliorare la risposta del soggetto e un soddisfacente risultato nel lungo periodo.
Si potranno raggiungere questi risultati grazie all’impiego delle tecnologie più innovative. Mondi tridimensionali condivisi con esercizi di ruolo dove gli utenti possono interagire utilizzando una tecnologia immersiva (presso il centro sanitario)  di tipo aumentato ma anche da casa grazie a nuove tecnologie di tipo non-immersivo.
I sensori bio-motori trasmetteranno i dati dal mondo reale a quello virtuale tenendo traccia dello stato emotivo, di salute e di movimento individuale influenzando pertanto l’esperienza soggettiva nel mondo virtuale. Applicazioni di telefonia mobile trasmetteranno i dati dal mondo virtuale a quello reale
Il progetto è iniziato ufficialmente il 19 marzo 2010 presso la sede dell’ Istituto Auxologico Italiano a Milano e avrà una durata di 36 mesi Tel /fax: +39-02-619112892
Leggi l'intervista di uno dei ricercatori sulla rivista TUTTOSCIENZA DE IL GIORNALE LA STAMPA:

http://www.interstress.eu/images/stories/docs/other%20documents/Andrea%20Gaggioli%20and%20Interstress%20on%20La%20Stampa%2012.4.2011.pdf

Guarda alcuni dei video riguardanti i prototipi e le applicazioni attualmente in sviluppo nei laboratori:

ISOLA DI APPRENDIMENTO:



PSYCHLOG:


RELAXATION TRAINING:



PERSONAL BIOMONITORING SYSTEM:


OFFICIAL WEB SITE:   http://www.interstress.eu/index.php/it/home


giovedì 22 settembre 2011

PSYCHO ARTE - PSICOLOGIA DELL'IMMAGGINALE E AL NADA, LO YOGA DEL SUONO


È una moderna psicologia che ritiene che – per dirla con una frase di James Hillman, grande teorico dell’immaginale – si debba “fare anima senza fare diagnosi”. L’idea centrale di questa disciplina è che l’anima si esprime a mezzo di “immagini” e che si debba, dunque, prestare una grande attenzione alle immagini che “abitiamo”. Non si tratta dell’anima intesa in senso religioso, ma dell’anima selvaggia, del potere delle ossa che si esprime nell’immaginale o liminale, la zona che è tra l’inconscio e il conscio. Qui nascono i simboli (archetipi) le forme delle esperienze. L’anima è materiale astorico, universale e non può essere filtrata attraverso le categorie diagnostiche. La Psicologia dell’Immaginale è dunque non-terapeutica e non-diagnostica.Questo approccio psicologico richiama una grande varietà di tradizioni spirituali, le credenze religiose delle popolazioni indigene, la letteratura e la poesia, l’ecologia profonda e la critica sociale.La psicologia immaginale vuole rivivere le tradizioni spirituali in modi pertinenti alle nostre vite contemporanee, permettendo a un approccio postmoderno alla psicologia di emergere distintamente. I sostenitori considerano che il secolarismo, il razionalismo, il modello simbolico patricentrico e la modernità si siano spinti agli eccessi e credono che una visone del mondo più relativistica potrebbe meglio condurre l’uomo alla felicità. Domenica 27 Il Nada Yoga, lo yoga del suono per liberare le emozioni attraverso la voce, riscoprire il potere creatore del suono e superare le “obiezioni emotive al successo”.
 
Associazione Nonterapia     26 e 27 novembre 2011;Milano  Starhotels Business Palace     via Gaggia 3

martedì 20 settembre 2011

PSYCHO CINEMA - PANICO A NEEDLE PARK (1971)


Dimessa da un ospedale, dove un medico senza scrupoli ha acconsentito a farla abortire, Helen trova in Bobby il suo protettore e poco dopo l'amante. Bobby spaccia droga a Needle Park (New York), è egli stesso un consumatore di droga e lavora alle dipendenze di un certo Santo. Anche Helen, in breve tempo, diviene schiava di questo vizio e smette di prostituirsi. Quando c'è penuria di droga, il poliziotto Hotch, della sezione narcotici, ne approfitta per interrogare i "clienti" in preda al panico, allo scopo di individuare gli spacciatori. Intanto, durante questo periodo, Bobby riesce a tirare avanti compiendo piccoli furti insieme a suo fratello che di tanto in tanto finisce in prigione per qualche mese. Helen torna alla prostituzione: i soldi le servono per procurarsi la droga. Un giorno però uno dei suoi clienti la denuncia per furto. Hotch le promette di aiutarla se tradirà Bobby e il suo capo. Helen accetta e Bobby viene condannato. Quando esce di prigione, si rimette insieme con Helen, ormai marcia per via della droga. I loro sogni di evasione da Needle Park sono definitivamente tramontati.

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PSYCHO CINEMA - THE BLACK BALOON (2008)



Il tema, inutile dirlo, è quello della malattia mentale, considerata dalla prospettiva della famiglia. Il protagonista del film è il fratello adolescente di un paziente autistico.
The Black Balloon è un film di Elissa Down del 2008, con Toni Collette, Rhys Wakefield, Luke Ford, Erik Thomson, Gemma Ward, Firass Dirani, Nathin Butler, Henry Nixon, Lisa Kowalski, Andy Meritakis. Prodotto in Australia. Durata: 97 minuti.
Il cinema australiano, a parte qualche eccezione (Baz Luhrmann su tutti) è di solito decisamente snobbato nel nostro emisfero. Ci sono però film molto interessanti che vale la pena riscoprire. Uno di questi è The Black Balloon, esordio alla regia di Elissa Down, una delle più premiate autrici di corti dell’Oceania. Racconta la difficile vita di una famiglia alle prese con un trasferimento, la gravidanza della madre le problematiche di due fratelli, uno in crisi adolescenziale e uno autistico. Il film è incentrato soprattutto sul rapporto tra questi due, e sulle difficoltà che può avere un ragazzo a riconoscere i problemi di un fratello malato. Nel cast i volti noti sono soprattutto quelli femminili: la madre è interpretata da Toni Collette (nominata all’Oscar per Il sesto senso), mentre la ragazza del figlio da Gemma Ward, famosa top model qui all’esordio davanti a una macchina da presa. Il film è stato presentato nella sezione Panorama al Festival di Berlino, dove ha vinto l’Orso di Cristallo, e ha avuto un fugace passaggio italiano al Giffoni Film Festival. Si è inoltre aggiudicato 6 AFI Awards, i principali premi del cinema Australiano.

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http://www.filesonic.com/file/103836532
http://www.fileserve.com/file/Fr69nYz

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PSYCHO LIBRI - SHOPPING, COMPUTER, PILLOLE. ANCORA UN PO' E POI SMETTO!




In una società in cui tutto è concesso, in cui godiamo di una libertà sempre crescente e in cui i gradi di libertà per le nostre azioni sono maggiori, ci ritroviamo spesso privi di confini e con un senso di vuoto interiore. Ecco allora che ci ritroviamo a dover cercare dei punti fermi, qualcosa che dia un senso al nostro agire e ai nostri stati interiori che spesso non riusciamo a decodificare. É in questa cornice che si vanno a sviluppare le dipendenze patologiche. Al giorno d’oggi si stanno delineando forme di dipendenza decisamente al passo con i tempi. Fino a pochi anni fa la parola dipendenza rimandava immediatamente alla droga, all’alcol, a sostanze proibite. Nell’era contemporanea il campo delle dipendenze si è ampliato e ha iniziato a riguardare nuovi ambiti che superano la dimensione di illegalità in cui fino a poco tempo fa eravamo abituati a codificare le dipendenze. Questo slittamento a dipendenze per così dire “legali ed innocue” complica il riconoscimento della patologia stessa e la sua discriminazione da comportamenti considerati normali e pienamente accettabili. Shopping, internet, cibo, sport sono alcune delle nuove dipendenze che si stanno affacciando nella società contemporanea e che il presente libro si propone di esaminare con l’obiettivo di renderle riconoscibili e gestibili sia a livello individuale che a livello sociale.

E' POSSIBILE AVERE UNA VERSIONE E-BOOK SCARICANDO PRIMA ADOBE DIGITAL EDITION





PSYCHO NEWS - GENITORI SI DIVENTA - UN' APPLICAZIONE PER I-PHONE




“Genitori si diventa” è un’applicazione per iPhone che si colloca nell’ambito delle psicotecnologie quali strumenti in grado di emulare, estendere o amplificare le funzioni senso-motorie, psicologiche o cognitive della mente (1). Gli obiettivi del progetto sono: diffondere una cultura psicologica del benessere all’interno della coppia genitoriale mediante l’utilizzo delle nuove tecnologie e valutarne l’interesse della popolazione.
La nuova generazione di psicologi dovrebbe tenere conto delle mutazioni tecnologiche in corso (2)(3), poiché queste rendono possibile affiancare alla modalità “classica” di intervento, secondo la quale sono i pazienti ad andare dallo specialista, una più dinamica e flessibile.
L’applicazione, nello specifico, si basa su una sequenza di domande/risposte e possibili spiegazioni il cui scopo è permettere all’utente di imparare giocando.
Questo processo vuole portare a riflettere attivamente sul proprio stile educazionale e a interrogarsi sulle situazioni vicine all’utente, rendendo più flessibile il repertorio di strategie educative adottabili. L'applicazione è pensata sia come training “individuale” sia “in coppia”, al fine di interconnettere i partners in un dialogo sui diversi stili educativi adottati e prevede la possibilità di un contatto gratuito on-line con l'equipe di psicologi che ha contribuito alla realizzazione del programma.
L’applicazione a 3 mesi dall’uscita ha avuto una percentuale di feedback positivi pari al 54%. E’ un buon dato che comunque rileva la presenza di una parte consistente di pubblico ancora scettica circa l’utilità di questo strumento. D’altro canto il numero di download dell’applicazione, scaricata più di 4000 volte raggiungendo le prime posizioni nelle categorie “Medicina” e “Salute e Benessere”, è indice di un forte interesse attorno a questa nuova modalità di interazione per la crescita del benessere personale.
Due strade si aprono per il futuro dell'applicazione: la commercializzazione del prodotto al fine di creare un brand per le applicazioni psico-educative, oppure un progetto di indagine sull’efficacia e sull’impatto reale che questo tipo di interazione con l’utenza può avere. 



Bibliografia

(1) De Kerckhove, D., (1993), Brainframes. Mente, tecnologia, mercato. Bologna, Edizioni Baskerville.
(2) Ciotti, F., Roncaglia, G., (2000), Il mondo digitale introduzione ai nuovi media. Bari, Editori Laterza.
(3) Prellezo, J.M., Lanfranchi, R., (1997), Educazione e Pedagogia nei solchi della storia. Torino, Società editrice internazionale.



FONTE 


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lunedì 19 settembre 2011

PSYCHO LIBRI - TECNOLOGIE EMOTIVE


Il mondo in cui viviamo è caratterizzato dai due aspetti focali trattati in questo libro: lo stress e la tecnologia. Da una parte, le numerose richieste dell’ambiente esterno ci obbligano a confrontarci con le nostre risorse e competenze di gestione di situazioni critiche. Dall’altra parte, la nostra è l’era dell’evoluzione delle tecnologie informatiche, che con la loro pervasività ci obbligano ad adattare i nostri processi di comunicazione e di relazione alle opportunità e ai vincoli che le caratterizzano. Ciò ha spinto i ricercatori del settore a interrogarsi sul legame esistente tra tecnologie ed esperienze emotive e, in particolare, gli autori a sviluppare un nuovo campo di indagine, che all’interno della cyberpsychology è rappresentato dalle tecnologie emotive. La domanda di partenza a cui il volume vuole rispondere è infatti: come è possibile usare le tecnologie per controllare e produrre emozioni positive? La prima parte del volume si sofferma ad analizzare i principali fattori che influenzano l’esperienza dei nuovi media come tecnologie emotive. In particolare vengono analizzati e descritti i concetti di affordance emotiva, gli elementi di un’esperienza che in forma diretta o mediata producono una reazione emotiva; di presenza, il processo cognitivo e affettivo in grado di spiegare il rapporto tra intenzione e successo dell’azione; e di digital storytelling, la creazione di esperienze narrative in prima persona caratterizzate da interattività e multimedialità. La seconda parte del volume utilizza invece una serie di esempi, relativi a ricerche condotte dagli autori con utenti e in contesti diversi tra loro, per chiarire le riflessioni teoriche della sezione precedente e incentivare la collaborazione di ricercatori e professionisti provenienti da diverse discipline nella progettazione e realizzazione di interventi supportati dalle tecnologie emotive.

Daniela Villani, dottore di ricerca in Psicologia, è docente di Psicologia dell’interazione con i media e di Metodi e tecniche di analisi della comunicazione presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. I suoi principali interessi di ricerca sono rivolti all’analisi e valutazione degli aspetti psicologici della comunicazione mediata e alla gestione delle emozioni e dello stress supportati anche dalle nuove tecnologie.

Alessandra Grassi, dottore di ricerca in Psicologia, è docente di Strumenti e metodi di analisi dei dati osservativi all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia. I suoi interessi sono principalmente rivolti allo studio dell’uso dei nuovi media nella gestione e nell’induzione delle emozioni, con un fuoco particolare per la valutazione e la gestione dello stress.

Giuseppe Riva è docente di Psicologia della comunicazione all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano dove dirige LICENT - Laboratorio di Studio dell’Interazione Comunicativa e delle Nuove Tecnologie.

lunedì 12 settembre 2011

PSYCHO ARTE - MUSICOTERAPIA - ALBERTO EZZU

Alberto Ezzu, musicista e musicoterapetuta , ha fondato insieme al professor Benenzon il Centro Musicoterapia Benenzon Italia. Lavora nel campo dell’alzheimer, demenza, psichiatria e coma presso istituzioni private, R.S.A. e il Cottolengo di Biella. Tiene seminari sulla tecnica del canto difonico. Nel 2009 ha fondato l'associazione Arte, Cura e Trasformazione - Progetti per la Terapia. Lo abbiamo intervistato per approfondire gli ambiti di intervento e le tecniche della musicoterapia.

Intervista su:

http://www.crescita-personale.it/arteterapia/1893/musicoterapia-e-crescita-personale-intervista-alberto-ezzu/1457/a

http://www.centrobenenzon.it/ 

domenica 11 settembre 2011

PSYCHO CINEMA - A DANGEROUS METHOD (COOMING SOON)

Attendiamo con molta "ansia" il nuovo capolavoro del regista David Cronenberg dal titolo letteralmente tradotto "Un metodo dannoso". Il film della durata di 1 ora e 33 minuti racconta la storia di Sabina Spierlein che viene mandata dal padre per i suoi problemi psichici in analisi da Gustav Jung, quest'ultimo decide di adottare dei sistemi terapeutici consigliatili da Sigmund Freud. Il rapporto tra paziente e terapeuta si incrina, e non solo ma sarà anche il rapporto tra Jung e Freud a sgretolarsi. Il film è tratto dal testo teatrale "The Talking Cure" di Christopher Hampton. Ispirato al libro "A most Dangerous Method" di John Kerr.
Tutto da vedere.