lunedì 21 novembre 2011

PSYCHO LIBRI - LA PSICOLOGIA E IL MERCATO DEL LAVORO, UNA PROFESSIONE DESTINATA AL PRECARIATO? (2008)


La domanda di assistenza psicologica è in costante aumento. L'interesse nei confronti della psicologia è riscontrabile in diversi settori, ma non si è ancora tradotto in una crescita del mercato occupazionale.
Le opportunità di lavoro e gli sbocchi professionali per gli psicologi sono sempre più limitati. Per i neolaureati diventa sempre più difficile trovare un'occupazione e la precarietà caratterizza i liberi professionisti. Secondo l'Osservatorio sul mercato del lavoro della psicologia, istituito presso l'Ordine degli psicologi del Lazio, la professione vive un vero e proprio periodo di affanno: i dati di settore evidenziano un'eccessiva precarizzazione delle prestazioni che comporta redditi ampiamente insufficienti. Il tema è stato affrontato di recente nel libro "La psicologia e il mercato del lavoro: una professione destinata al precariato?": edito da Franco Angeli, il testo è curato da Gianluca Ponzio, psicologo e dottore di ricerca, responsabile dell'Osservatorio. L'analisi proposta, condotta col contributo di alcuni docenti de La Sapienza di Roma, affronta il futuro della professione psicologica, incrociando dati regionali e nazionali sulle tendenze del mercato del lavoro.
Tra il 2001 e il 2005 il numero di psicologi iscritti all'Albo professionale è cresciuto del 35,3 per cento, registrando il maggiore trend di crescita tra tutte le professioni presenti nel Paese. A fronte di circa 7mila iscritti all'anno ai corsi di laurea in psicologia, il mercato non riesce assolutamente ad assorbire questi numeri: il fabbisogno di psicologi è molto più ridotto, basta pensare ad esempio che l'organico totale del servizio sanitario nazionale conta in tutto 5.400 professionisti.
Secondo i calcoli dell'Osservatorio, se il trend di crescita resterà costante, nei prossimi cinque anni saranno immessi nel mercato del lavoro circa 80mila nuovi psicologi e, a quel punto, avremo 2,8 psicologi ogni mille abitanti, cioè uno ogni 360 persone (contro l'attuale 4,2 dei medici).
Nonostante le aperture mostrate verso questa professione da parte di molti settori e contesti lavorativi, gli ambiti dove si concentrano il maggior numero di psicologi restano sempre gli stessi. Sulla base dell'ultima rilevazione condotta da Almalaurea (dati 2006), gli psicologi trovano lavoro quasi esclusivamente nei servizi (96,7%) e marginalmente nell'industria (il residuo 3,3%). Gli ambito maggiormente rappresentati sono: "altri servizi sociali personali" (29%), "sanità" (24%) e "istruzione" (17%). La professione si identifica soprattutto con quattro principali profili, maggiormente richiesti sul mercato: gli psicoterapeuti privati sono la maggior parte (28%) e si tratta di libero professionisti con un reddito medio di 15.700 euro all'anno per lavorare una media di 24 ore settimanali; gli psicologi clinici (40%) che guadagnano 20.100 euro all'anno e sono dipendenti del settore pubblico e dei servizi sanitari; gli occupati nel contesto scolastico ed educazionale (13%), prevalentemente donne; gli psicologi nelle organizzazioni (19%) che prestano la loro attività all'interno di aziende e servizi sociali, sono il gruppo più giovane e hanno un reddito medio di 16.600 euro annui.
Per quanto riguarda la retribuzione media, il reddito annuale netto di uno psicologo è calcolato intorno ai circa 17.500 euro (1.500 euro al mese circa). Guadagnano di più i maschi e i professionisti più anziani, mentre il ritorno economico della professione risulta più critico per le donne e, soprattutto, per i giovani.

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